Campi di concentramento e campi di sterminio della Germania nazista a confronto

Perché queste pagine?

domenica 24 gennaio 2021

[ultimo aggiornamento: 22/01/23]

 

Nel mondo della scuola persiste ed è diffusa una notevole confusione sui temi dei campi nazisti, dello sterminio degli ebrei e delle violenze subite dai deportati.

La superficialità o l'impreparazione degli alunni qui non c'entrano. Le idee sbagliate, gli errori e i fraintendimenti partono dalle pagine dei libri scolastici. Non è una mia scoperta e non è una novità.

Già diversi anni fa Antonio Frecina aveva analizzato com'è trattata la Shoah nei libri di scuola rilevando molta confusione nell'uso dei termini e sul loro significato.

 

La terminologia che dovrebbe distinguere i lager, secondo i diversi scopi, è approssimativa [...] “Campo”, “campo di concentramento”, “campo di sterminio” si intersecano con motivazione poco evidente. Si inseriscono “lavori forzati” e “camere a gas” accanto a termini neutri.

 

[Antonio Frecina, La shoah nei manuali della scuola media in: E Perillo e G. Luzzatto Voghera (a cura di), Pensare e insegnare Auschwitz. Memorie storie e apprendimenti, Milano, Franco Angeli, 2004]

 

I libri di testo non sono gli unici responsabili della confusione e dei fraintendimenti. All’origine di tutto ci fu il fatto che i nazisti cercarono, fin da subito, di mistificare la realtà, nascondendo e mascherando la reale portata dei loro crimini. Di questo loro inganno ci rimane ancora la pesante eredità del termine “campo di concentramento”, che i nazisti stessi usavano. È un nome improprio, dal significato astutamente neutro. È un nome che accomuna istituzioni molto diverse tra loro: campi di raccolta e transito, campi di prigionia e tortura, campi di lavoro schiavistico, campi di immediato e sistematico massacro.

 

Più recentemente sono stati i mezzi di comunicazione di massa a favorire la confusione. Il risultato è che ora, accanto ai fatti documentati e ricostruiti faticosamente dagli storici, nella mente delle persone si affiancano e poi si mescolano le facili ed immediate finzioni sceniche dei film sulla shoah, oppure le semplificazioni di commentatori impreparati della televisione e dei giornali.


Anche il continuo accostamento ad altri massacri e ad atrocità, provenienti da tutti i continenti e da tutte le epoche, non ha aiutato alla chiarezza. Il ruolo peggiore l'hanno avuto quei paragoni viziati da motivazioni ideologiche che vogliono sminuire alcune colpe o enfatizzarne altre.


Se non abbiamo in mente un quadro chiaro della vicenda, può essere difficile rispondere a domande apparentemente semplici.


Insegnanti e libri scolastici rivolti ai ragazzi della scuola secondaria dovrebbero almeno preparare il terreno per arrivare alle risposte giuste, fornendo le informazioni che servono, mettendo ordine, evitando semplificazioni pericolose, sviste o errori grossolani.

 

L'episodio che più mi ha convinto ad approfondire il tema e poi a preparare queste pagine è tratto da un recente libro di storia per la scuola secondaria di primo grado di un’importante casa editrice. È un esempio da studiare perché riassume in poche righe molti dei fraintendimenti e delle idee sbagliate sui campi nazisti e su come è avvenuto lo sterminio.

 

Ad errori come questi, ma anche ai negazionismi e ai revisionismi e, più in generale, ai dubbi su quale sia la versione più accreditata dei fatti, si può rispondere solo con l'approfondimento, la citazione delle fonti, l'analisi e la presentazione accurata dei dati.

27 gennaio Giorno della Memoria

Istituito in Italia con Legge 20 luglio 2000, n. 211:

 

Art. 1.
1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Art. 2.
1. In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.

 

Linee guida nazionali didattica della Shoah

 

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