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I pianeti del Sistema Solare sono otto, in ordine di distanza media dal Sole (dₘₛ) sono:
[*Per le distanze del Sistema Solare si usa un'unità di misura sufficientemente grande, l'unità astronomica (au), che è spiegata dettagliatamente qui sotto]
I cinque pianeti più vicini alla Terra sono Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno e sono conosciuti fin dall'antichità perché facilmente distinguibili ad occhio nudo dalle stelle (come spiegato in questa pagina).
Anche Urano sarebbe visibile ad occhio nudo dalla Terra, ma la sua debole luminosità (magnitudine massima 5) e il suo lento movimento sullo sfondo delle stelle lo rendono un oggetto poco appariscente. Fu individuato e riconosciuto come pianeta per la prima volta nel 1781 dal grande astronomo inglese William Herschel.
Nel 1846 fu scoperto l'ottavo pianeta che venne chiamato Nettuno e nel 1930 fu scoperto un nono pianeta chiamato Plutone.
Negli anni 90 del secolo scorso venne messo in discussione il fatto che Plutone potesse essere definito un pianeta al pari degli altri. Infatti, il progresso delle conoscenze aveva messo in evidenza che Plutone è solo uno fra i tanti corpi celesti esterni a Nettuno, tutti appartenenti a un gruppo chiamato Fascia di Kuiper e quindi si è deciso di riclassificarlo come pianeta nano.
Pianeta o pianeta nano che sia, Plutone rimane quello che era al tempo della sua scoperta e cioè uno degli oggetti di maggiori dimensioni del Sistema Solare (dietro agli altri pianeti e ad alcuni dei loro satelliti). Visto dalla Terra, necessariamente con un telescopio, appare come una debole stellina di magnitudine 14.
Nelle pubblicazioni precedenti alla ridefinizione di Plutone, i pianeti del Sistema Solare sono nove.
Rispetto alla Terra e quindi rispetto al nostro punto di vista, è utile separare i pianeti in due categorie:
Finché l'osservazione è avvenuta ad occhio nudo, quella appena descritta è stata la distinzione più importante. Gli antichi chiamavano i primi: "pianeti inferiori o interni" e i secondi: "pianeti superiori o esterni". Ovviamente, prima dell'uso dei telescopi, quando si parlava dei pianeti esterni ci si riferiva solo a Marte, Giove e Saturno.
Visti dalla Terra i pianeti superiori o esterni possono trovarsi in un certo istante in qualsiasi posizione nel cielo, sempre tuttavia molto vicini all'eclittica cioè al percorso del Sole. Al contrario i pianeti inferiori o interni, Mercurio e Venere, non possono raggiungere qualsiasi distanza angolare rispetto al Sole: la massima distanza angolare raggiungibile da entrambe le parti del Sole (est e ovest) è detta massima elongazione ed è 28° per Mercurio e 48° per Venere. Quando questi pianeti si trovano ad est del Sole sono visibili alla sera, mentre quando si trovano ad ovest del Sole sono visibili al mattino.
Esiste un'evidente e importante caratteristica che permette di separare i pianeti in due gruppi ben distinti e che riguarda la loro composizione e la loro dimensione:
I primi sono chiamati pianeti rocciosi o anche pianeti terrestri, i secondi pianeti gassosi, pianeti giganti, giganti gassosi o anche pianeti gioviani.
Poiché i pianeti terrestri sono i più vicini al Sole e quelli gassosi sono i più lontani, nel riferirsi a questi due gruppi si dice spesso: "pianeti interni" e "pianeti esterni". Tuttavia queste ultime denominazioni generano confusione con l'uso "interno" ed "esterno" rispetto alla Terra, che abbiamo già visto, e quindi sarebbe preferibile evitarle.
Le distanze dei pianeti dal Sole si calcolano in centinaia e migliaia di milioni di chilometri. La Terra dista dal Sole circa 150 milioni di chilometri. Non si può dare un'unica precisa distanza perché le orbite dei pianeti non sono circolari ma ellittiche e quindi hanno un punto di massima e un punto di minima distanza dal Sole.
Da quanto appena detto, risulta chiaro che il chilometro è un'unità di misura troppo piccola per le distanze planetarie e quindi non è efficace per fare velocemente confronti e valutazioni. Per questo motivo in astronomia si usa un'altra unità di misura ben più grande che è l'unità astronomica (simbolo au).
Il campione di riferimento è la distanza media Terra-Sole e quindi:
1 au ≃ 150 000 000 km (1 unità astronomica è la distanza media Terra-Sole)
Le ovvie e dirette conseguenze della definizione di unità astronomica sono che:
Se approssimiamo opportunamente le distanze medie dei pianeti dal Sole, il loro valore si può ricordare abbastanza facilmente, infatti:
Un puntino azzurro (Il pianeta Terra)
Di tutte le immagini della Terra dallo spazio, una delle più significative è quella nota come Pale Blue Dot, scattata dalla sonda Voyager 1 nel 1990, quando si trovava ai margini del sistema solare, ad una distanza di 6 miliardi di chilometri, oltre l'orbita di Nettuno.
Come scrisse Carl Sagan:
"Un minuscolo granello di polvere
sospeso in un raggio di sole"
[Per approfondire leggi i post 1 e 2 di Paolo Attivissimo]
Caratteristiche fisiche e orbitali dei pianeti
Dati tratti da Falorni M. e Tanga P., Osservare i pianeti, I quaderni di L'astronomia, 1994.